Come mixare il Paid Advertising e il Content Marketing per creare un piano marketing perfetto

strategie-paid-advertising-strategie-di-content-marketing-piano-marketing-perfetto-solutzione

In questo articolo, tratto da alcune puntate del Dr Lutz Show…

il format con il quale approfondiamo strumenti e strategie di marketing con l’intento di fornirti soluzioni applicabili da subito nella tua azienda o in quella dei tuoi clienti…

Vedremo come progettare un piano marketing completo che unisce la potenza delle campagne di Paid Advertising alla forza del Content Marketing.

Seguiremo questa scaletta:

  • Cos’è il Paid Advertising;
  • Quali sono le metriche del Paid Advertising, a cosa servono e cosa ci permettono di analizzare
  • Quali sono le 2 tipologie di campagne di Paid Advertising
  • Quali sono i principali strumenti del Paid Advertising;
  • Vantaggi e svantaggi del Paid Advertising;
  • Cos’è il Content Marketing;
  • Cosa sono le vanity metrics, a cosa servono e cosa permettono di analizzare;
  • A cosa serve il Content Marketing;
  • Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del Content Marketing;
  • Il caso Solutzione: Come progettare un piano marketing che mixa strategie di Paid Advertising con strategie di Content Marketing

Fatta questa breve presentazione direi di immergerci subito nel vivo dell’argomento.

Sei pronto?

Cominciamo.

Cos’è il Paid Advertising?

Il Paid Advertising, o pubblicità a pagamento, è la tipica forma di marketing in cui le aziende pagano per posizionare i loro annunci su diverse piattaforme come i social network e i siti web.

Ma non solo.

Comprende anche tutte quelle iniziative di marketing offline, a pagamento, che prevedono l’invio di materiali di marketing come:

  • cartoline;
  • coupon;
  • volantini;
  • sales letter;
  • magalog;
  • ecc…

In poche parole, qualsiasi campagna a pagamento che permette di misurare le performance, tra cui il ROI (ritorno sull’investimento), è da considerarsi una campagna di Paid Advertising.

La nostra scuola sostiene da sempre questa forma di marketing perché permette, numeri alla mano, di capire se una campagna sta portando ricchezza nelle casse aziendali o se invece le sta svuotando.

strategie-di-paid-advertising-1024x576

 

Cosa sono i KPI, a cosa servono e cosa ci permettono di analizzare

Il Paid advertising permette di tracciare una marea di dati, chiamati KPI (Key Performance Indicators o indicatori chiave di performance).

Possiamo misurare di tutto, per esempio:

  • il numero di persone che hanno visto una sola volta il nostro annuncio;
  • quanti click ha ricevuto l’annuncio;
  • il costo per click;
  • il costo per conversione;
  • il costo per 1000 visualizzazioni uniche;
  • e molti altri ancora…

Tra questa miriade di numeri, per semplicità didattica, possiamo dire che i 5 KPI più importanti che ogni imprenditore dovrebbe conoscere sono:

  • la spesa pubblicitaria complessiva di ogni campagna;
  • il numero di conversioni avvenute (contatti di potenziali clienti acquisiti o vendite effettuate);
  • il costo per acquisire un contatto;
  • il costo per acquisire un cliente;
  • e il ROI (il ritorno sull’investimento).

Qual è il vantaggio di monitorare questi KPI?

Avere questi numeri alla mano ti mette nella condizione di poter prendere decisioni fondamentali per il bene della tua azienda.

Infatti, grazie al monitoraggio continuo e all’analisi dei 5 principali KPI di cui ti ho parlato poco fa, puoi:

  • individuare quale messaggio risuona meglio su un determinato target;
  • valutare se mantenere attiva una campagna o se interromperla;
  • testare sempre qualcosa di diverso: un nuovo gancio, un’altra offerta, un’altra piattaforma e vedere quale performa meglio;
  • valutare se rivolgerti ad un altro target;
  • valutare dove concentrare il tuo budget pubblicitario, se online oppure offline;
  • individuare quale piattaforma, media e strumento di marketing performa meglio;
  • capire se stai andando in profitto o in perdita con una campagna;
  • e ipotizzare come modificare il tuo funnel di vendita per ammortizzare i costi di acquisizione cliente, o aumentare il valore medio della prima transazione.

Una volta che sai quali annunci, quali canali, quali piattaforme, e quali strumenti ti stanno facendo ottenere il miglior ritorno sull’investimento…

Diventa molto più semplice poi prendere le giuste decisioni per far crescere e prosperare la tua azienda.

Non trovi?

Tipologie di campagne e strumenti di Paid Advertising

Come abbiamo detto, le campagne di Paid Advertising possono essere di due tipi: campagne online e campagne offline.

I tipici strumenti che si utilizzano per quelle online sono:

  • Facebook Ad;
  • Youtube Ad;
  • Linkedin Ad;
  • TikTok Ad;
  • Display Advertising;
  • Advertorial;
  • e i Banner pubblicitari;

Mentre i principali strumenti utilizzati nelle campagne offline sono:

  • Lettere di vendita (le famigerate Sales Letter);
  • Cartoline promozionali;
  • Coupon;
  • Annunci su giornali o riviste;
  • Volantini;
  • Cartelloni Pubblicitari;
  • Magalog;
  • Libri;
  • e lo Shock Awe Box (alias il Paccone).

Sono una bella carrellata, lo so.

Tranquillo, non serve che li utilizzi tutti, anche perché farlo richiederebbe un notevole investimento economico che poche aziende possono permettersi.

Quello che devi fare è selezionare le campagne e gli strumenti più adatti al tuo tipo di business e iniziare a implementare quelli.

Per esempio, se hai un B2B che si rivolge ai gommisti della tua città, visto che sai dove sono i tuoi potenziali clienti, non ha senso per te partire promuovendoti online con le Facebook Ad.

Nel tuo caso è molto meglio implementare una campagna offline inviando ai gommisti una Sales Letter.

Muoverti offline ti permette di rivolgerti direttamente ed esclusivamente a loro.

Con le Facebook Ad, invece, appariresti sulla bacheca di centinaia di persone di quella zona senza essere sicuro di essere visto dai tuoi potenziali clienti.

Di conseguenza, ciò potrebbe portare a un inutile spreco del tuo budget pubblicitario.

Se invece hai un B2C che vende un prodotto di massa in tutta Italia, per te è meglio partire dall’online.

Le Facebook Ad nel tuo caso rappresentano un valido strumento perché non sai esattamente dove siano i tuoi clienti ideali e grazie ai social puoi fare dei test per individuare quali persone rispondono meglio alla tua offerta.

Di base, sia che tu abbia un B2B o un B2C…

Se sai esattamente dove sono i tuoi clienti ideali, o se operi a livello locale in una piccola cittadina, puoi partire dall’offline.

Se invece hai un B2C che opera in grandi città, a livello nazionale o internazionale, allora è meglio partire dall’online.

Per approfondire questo argomento ti rimando all’episodio del “Dr Lutz Show #50 – Chiarezza Mentale”.

È un video podcast che io e Gianmarco Caira abbiamo pubblicato qualche tempo fa, con lo scopo di aiutare gli imprenditori a individuare la strategia di acquisizione clienti più adatta alla loro tipologia di business.

Perciò se ti interessa approfondire l’argomento vai alla puntata da qui.

Chiarito questo aspetto, vediamo quali sono i benefici del Paid Advertising.

Quali sono i vantaggi del Paid Advertising?

Uno dei vantaggi principali è che ti permette di raggiungere specifici segmenti di pubblico online in base alla demografica, gli interessi, il comportamento, ecc…

Questo ti mette nella condizione di comunicare in maniera mirata a un determinato “cliente tipo”.

Se sai a chi ti rivolgi, conosci le sue paure, i suoi desideri, le sue obiezioni, il suo dialogo mentale, allora il tuo messaggio di marketing sarà più incisivo ed efficace.

Il secondo vantaggio è la velocità con la quale puoi ottenere nuovi clienti.

I soldi sono un acceleratore di risultato in questo caso.

Puoi lanciare una campagna oggi e ottenere un nuovo cliente dopo pochi minuti o pochi giorni volendo.

Il terzo è la misurabilità.

I suoi KPI ti mettono nelle condizioni di capire cosa sta portando ricchezza nelle casse aziendali e cosa no.

Il quarto vantaggio è quello di metterti nella condizione di scalare l’azienda, portarla al next level, anche velocemente.

Una volta che dai test individui il target più propenso a comprare ciò che offri, il messaggio che converte di più e qual è l’offerta più performante…

Puoi scalare il traffico aumentando il tuo budget pubblicitario, e moltiplicando il numero di annunci per incrementare passo passo le entrate della tua azienda.

Fantastico vero?

Ma non è tutto oro ciò che luccica.

Scopriamo insieme gli svantaggi di questa forma di marketing.

Quali sono gli svantaggi del Paid Advertising?

Uno fra tutti è che costa sempre di più fare le campagne online e costerà sempre di più.

Essendo un sistema ad aste quello delle inserzioni online, più inserzionisti vogliono catturare l’attenzione dello stesso pubblico, più i costi pubblicitari per far apparire i tuoi annunci davanti a quelle persone si alzano.

Quindi, considerando che sempre più aziende e professionisti si promuovono tramite il Paid Advertising online, i costi da sostenere inevitabilmente aumentano.

Il secondo svantaggio è che non è detto che tu possa utilizzare per sempre le piattaforme che ti portano il miglior risultato.

Soprattutto online, puoi essere bannato e perdere la possibilità di promuoverti su quella determinata piattaforma.

Una brutta faccenda.

A proposito di come promuoversi sui Social in maniera efficace evitando il ban, Mattia Paganelli ed io abbiamo scritto “Scrivere per Facebook”.

Un vero e proprio manuale di advertising avanzato focalizzato sul social network n°1 al Mondo.

Se ancora non ce l’hai prendi la tua copia da qui.

Il terzo svantaggio del Paid Advertising è che, molto spesso, per far funzionare le campagne si utilizzano degli approcci poco eleganti.

Perché questo?

Diciamo che tutto nasce da un’esigenza in particolare.

Come sostiene il grande Eugene Schwartz, nel suo Breakthrough Advertising, il libro più avanzato che sia mai stato scritto sull’advertising:

“Se vuoi fare pubblicità, devi eccitare le persone”

E come si eccitano le persone?

Promettendo loro qualcosa che desiderano e che sia facile e veloce da ottenere, rispetto al metodo a cui sono abituati oggi per raggiungere lo stesso risultato.

E per trasmettere questa facilità e questa velocità, a volte si gonfiano un po’ le promesse.

Per questa sua natura, spesso il Paid Advertising fa passare il Brand aziendale e il proprio Personal Brand per quello che in realtà NON è.

Basta leggere cosa scrivono le persone nei commenti sotto le Facebook Ad.

commenti-sotto-facebook-ad-1024x725

 

Tra l’altro, questi commenti possono influenzare negativamente anche l’opinione delle persone che sono interessate a comprare i tuoi prodotti o servizi.

Perché magari leggono questa sezione per trovare delle conferme o delle risposte alle loro obiezioni.

Le persone che non ti conoscono si chiedono:

“Mi posso fidare?”

Se trovano tanti commenti negativi rimangono più sull’attenti.

Questo effetto, che danneggia un po’ la percezione del Brand, però, ci tengo a ribadirlo…

È un male necessario, perché le pubblicità funzionano solo se eccitano le persone.

Altrimenti non convertono.

E per eccitare le persone l’unico modo è promettere qualcosa che loro vogliono e che sia facile e veloce da ottenere.

La notizia positiva è che esiste una cura detossinante per curare questo effetto negativo.

Sto parlando del Content Marketing.

Perciò, ora vediamo nello specifico cos’è, quali sono i suoi vantaggi e svantaggi, e quale ruolo ricopre in una strategia di marketing efficace.

Cos’è il Content Marketing?

Per Content Marketing si intende il marketing di contenuto.

Quella forma di marketing che prevede l’utilizzo di post, video, articoli, immagini, e chi più ne ha più ne metta, che girano in organico sulle varie piattaforme.

“In organico” significa che non devi investire denaro per mostrarli, ma sfrutti la reach organica dei social e la SEO perché sempre più persone vedano e consumino i tuoi contenuti.

L’unico costo che richiedono è quello del tuo tempo personale.

Creare contenuti con costanza, infatti, prevede un consumo notevole di questa moneta.

Le metriche del Content Marketing

Questa forma di marketing misura dati completamente diversi da quelli del Paid Advertising.

Tiene conto di quelle che in gergo vengono definite vanity metrics: le metriche della vanità.

Nello specifico queste metriche misurano:

  • Follower;
  • Like;
  • Reaction;
  • Commenti;
  • Condivisioni;
  • ecc…

Si tratta di parametri che ti danno un’idea di quale sia la reputazione online del tuo Personal Brand o del tuo Brand aziendale.

Non forniscono un’immagine chiara di quanti clienti stai acquisendo e di quanto stai guadagnando da questi contenuti.

Però sono utili a capire:

  • quanto sta crescendo la tua audience (se sta crescendo);
  • quali sono i temi più graditi dal tuo pubblico;
  • quali format piacciono di più al tuo pubblico;
  • su quali piattaforme ti stai muovendo bene e su quali social hai ampio margine di miglioramento.

Con questi dati alla mano puoi fare diverse cose.

Ad esempio, puoi valutare che argomenti trattare nei prossimi contenuti, in quale formato proporli, e su quali piattaforme concentrare i maggiori sforzi.

Tutte decisioni importanti che portano risultati nel medio lungo termine.

strategie-di-content-marketing-1024x576

A cosa serve il Content Marketing?

Come sostiene l’inimitabile Eugene Schwartz nel suo Breakthrough Advertising, il Content Marketing serve ad educare le persone.

Cosa significa educare le persone?

Significa fornire loro informazioni utili al raggiungimento dei risultati che desiderano, nutrire la loro fame di conoscenza, di novità, tenendole aggiornate sul tuo settore.

Devi trasmettere loro la percezione di essere atterrati nel posto giusto, di aver trovato la persona o l’azienda che fa davvero al caso loro.

Come si fa?

Con la pubblicazione costante di contenuti.

Se le persone vedono che pubblichi continuamente nuovi video, post, informazioni utili, si faranno una certa impressione di te.

Se invece atterrano in un mondo dove sembra tutto spento, l’ultimo articolo risale a 3 anni fa, l’ultimo video a 6 anni fa…

Non c’è niente altro che possono guardare o leggere che non siano le tue pubblicità , se ne faranno un’altra.

Probabilmente poco positiva.

E immagino non sia la percezione che tu voglia trasmettano il tuo Personal Brand o il Brand della tua azienda.

Ma analizziamo tutti i benefici che può apportare una strategia di Content Marketing fatta bene.

Quali sono i vantaggi del Content Marketing?

Avere una strategia chiara ed una pubblicazione costante di contenuti sulle principali piattaforme social ti consente di:

  • Potenziare il tuo Personal Brand e indirettamente potenziare il Brand della tua azienda;
  • Ristabilire la giusta percezione del tuo Personal Brand e del Brand della tua azienda (il famoso effetto detossinante dall’errata percezione causata dal Paid Advertising);

content-marketing-marco-lutzu-1024x576

Come testimonia questo screenshot, ci sono persone che, se ti vedono solo nella veste che indossi nelle tue Ad, si fanno un’idea negativa di te.

Però, grazie al marketing di contenuto, questa opinione può cambiare e quelle stesse persone possono diventare degli ottimi clienti.

  • Educare i clienti che acquisisci con il paid advertising, portandoli ad acquistare i tuoi prodotti o servizi di back end.

Cosa sono i prodotti e servizi di Back End?

Sono tutti quei prodotti o servizi che puoi proporre al cliente dopo che lo hai acquisito.

Normalmente si tratta dei nostri prodotti e servizi principali, delle nostre soluzioni più complete.

Ti riporto due esempi per farti capire meglio il concetto.

Per un negozio che vende pasta fresca, i prodotti di back end potrebbero essere:

  • la pasta;
  • un bundle con diversi assaggi di tipi di pasta;
  • oppure un abbonamento settimanale che consegna la pasta a casa del cliente.

In un infobusiness potrebbero essere:

  • un percorso avanzato, come CertifAIcopy;
  • una Mastermind riservata, come il Luzanium;
  • oppure una consulenza privata.

Ovviamente, variano a seconda del modello di business, ma sono i prodotti che portano i maggiori profitti.

Fatto questo breve ma doveroso approfondimento, continuiamo a parlare degli altri vantaggi del Content Marketing.

Oltre a quelli che abbiamo visto finora, infatti, questa forma di marketing ti permette di:

  • Ottenere lead e clienti più qualificati da passare alla tua rete vendita;
  • Vendere senza vendere, entrando in contatto con clienti nuovi che si appassionano prima ai tuoi contenuti e poi a ciò che vendi;
  • E per ultimo, ma non per importanza, di costruire una community.

A proposito di quest’ultimo punto…

Creare la tua community significa stipulare una polizza assicurativa sulla vita del tuo business.

Perché se un giorno dovessi mai venire bannato da tutte le piattaforme sulle quali ti promuovi, puoi comunque rimetterti in piedi.

Costruire una relazione solida con le persone che ti seguono rappresenta uno degli asset più importanti di qualsiasi azienda.

Non sottovalutare questo aspetto.

Insomma, il Content Marketing ti offre tutta una serie di vantaggi che il Paid Advertising da solo non può apportare.

Ma anche lui presenta degli svantaggi.

Scopriamoli insieme.

Gli svantaggi del Content Marketing

Uno degli svantaggi del Content Marketing è che non porta risultati nell’immediato, come invece permette di fare il Paid Advertising.

Ci vuole costanza, tempo, duro lavoro e non sai esattamente quando vedrai ripagati i tuoi sforzi.

Il secondo svantaggio è che le sue metriche non ti permettono di stabilire quanto stai ricavando in termini monetari dalla tua macchina dei contenuti.

Certo, se le vanity metrics crescono significa che stai ampliando la tua audience e che stai andando nella giusta direzione.

Ma non sai esattamente quanti soldi ti sta portando tutto questo; non è misurabile.

Il terzo svantaggio è che richiede tanto tempo personale se crei i contenuti in prima persona.

Per sviluppare il tuo Personal Brand è fondamentale che tu metta la faccia nei tuoi post e nei tuoi video.

Perciò, se non hai tutta la giornata libera, devi ingegnerizzare un sistema che ti permetta di ottenere buoni risultati e che richieda poche ore alla settimana.

Devono uscire post con costanza.

La cosa ottimale sarebbe quella di creare specifici contenuti per ogni piattaforma.

Ma visto che quasi nessun imprenditore ha il tempo di farlo, puoi fare così:

  • registra dei contenuti video interessanti di 20-30 minuti da caricare su Youtube;
  • da questi video lunghi, estrai delle pillole di pochi secondi mentre dici qualcosa di interessanti;
  • infine edita questi estratti e postali come Shorts, Reels e TikTok.

Forse non sarà ottimale, ma è un buon compromesso che ti permette di presidiare le principali piattaforme social senza passare l’intera giornata a creare contenuti.

Io stesso utilizzo questa strategia.

Gianmarco Caira, consulente senior di Solutzione nonché mio fedele compagno nelle Marketing Reaction e nei Dr Lutz Show

Mi ha aiutato a selezionare tra i nostri copywriter, 4 ragazzi disposti ad integrare alle loro conoscenze di marketing, le tecniche di video editing che servono a creare questo tipo di contenuti.

Oggi estraggono delle pillole dai format di video lunghi che abbiamo settato io e Gian in fase strategica: le Marketing Reaction e i Dr Lutz Show.

Dopodiché postano queste video pillole, che durano meno di 60 secondi, sui miei vari canali social al posto mio.

Questo mi permette di comparire quotidianamente su Youtube, Instagram e presto su TikTok…

Mentre prima ero costante solo su Linkedin ed il gruppo Facebook “Scrivere per Vendere”.

La parte migliore è che tutto questo mi richiede solo due ore alla settimana.

In questo modo posso dedicarmi al 100% a mandare avanti l’agenzia nel migliore dei modi senza rinunciare a una macchina dei contenuti incessante e a tutti i vantaggi che ne consegue.

Se stai pensando che ti farebbe comodo usufruire dello stesso servizio, ho una buona notizia per te.

Da pochi giorni ho aperto la possibilità di accedervi a chiunque si candidi e abbia tutte le carte in regola per implementare questo tipo di strategia.

Per candidarti e ricevere maggiori informazioni su come accedere al mio team di Content Marketing fai click qui: https://solutzione.com/prenota-una-consulenza/

Uno dei nostri referenti si prenderà cura di te e ti indirizzerà verso la soluzione più adatta alle tue esigenze.

Detto questo, direi che è arrivato il momento di fare un breve recap di tutto ciò che abbiamo visto finora e di passare poi ad analizzare il caso Solutzione.

Facciamo un breve ripasso…

Se hai letto fino a qui, ti dovrebbe essere chiaro cosa sono il Paid Advertising e il Content Marketing, a cosa servono e perché vanno utilizzati in parallelo per creare un piano marketing efficace.

Ma ti faccio comunque un breve ripasso sui punti principali. Abbiamo visto che:

  • Il Paid Advertising può eccitare le persone ma non può educarle;
  • Spesso le modalità che utilizza per ottenere questo effetto (indispensabile perché le Ad funzionino) non sono apprezzate e danneggiano l’immagine del Brand;
  • La cura detossificante per alleviare questo effetto negativo del Paid Advertising è il Content Marketing;
  • Il Content Marketing serve ad educare i clienti acquisiti con il Paid Advertising e a portarli ad acquistare i prodotti e servizi di back end.

Detto questo, non ci resta che capire come io e Gian abbiamo mixato strategie di Paid Advertising e strategie di Content Marketing per progettare il Piano Marketing di Solutzione.

il-piano-marketing-perfetto-1024x576

Il Piano Marketing che unisce strategie di Paid Advertising e strategie di Content Marketing: il caso Solutzione

Partendo dal principio che il Paid Advertising serve in fase di acquisizione clienti e il marketing di contenuto ad educare i clienti acquisiti…

Io e Gian abbiamo messo giù un piano marketing ben congegnato che unisce i vantaggi delle Ad a quello dei Contenuti.

Iniziamo spiegando brevemente come utilizziamo il Paid Advertising.

Come utilizziamo il Paid Advertising in Solutzione

Solutzione si rivolge a più tipi di target.

Privati e aziende.

Nello specifico, da un lato abbiamo aspiranti copywriter, marketer, consulenti marketing e piccoli imprenditori a cui proponiamo percorsi di alta formazione.

Dall’altro invece abbiamo imprenditori che vogliono incaricarci di seguire il loro marketing.

Per quanto riguarda le campagne che promuovono la nostra formazione, non sapendo dove siano esattamente le persone interessate ai nostri percorsi, ci muoviamo principalmente con le Facebook Ad.

Invece, per quanto riguarda l’acquisizione clienti che desiderano usufruire dei nostri servizi di agenzia, ci muoviamo principalmente offline.

Attenzione, sto parlando esclusivamente del Paid Advertising.

Ovviamente, molti imprenditori che si rivolgono all’agenzia ci hanno conosciuto anche attraverso i nostri prodotti formativi sponsorizzati sui social.

Alcuni hanno acquistato i nostri libri e percorsi avanzati per formarsi, e hanno deciso di affidare il lavoro a noi successivamente.

Ma se ci interessa particolarmente acquisire un’azienda come cliente, ci muoviamo con strategie di paid advertising offline perché sappiamo dove si trova.

Le nostre campagne offline prevedono l’invio del Paccone seguito da una telefonata.

paccone-by-solutzione-1024x576

Il nostro scopo è quello di shockare il  destinatario, attirare la sua attenzione e farci percepire come l’agenzia di Direct Marketing Response che dispone dei migliori copywriter d’Italia.

Questo Paccone comprende diversi materiali tra cui:

  • il libro “Do la Solutzione”;
  • una bottiglia di vino pregiata;
  • un magalog;
  • il libro dei nostri casi studio di maggior successo;
  • e altri materiali informativi.

A questo invio segue una telefonata da parte della rete vendita con lo scopo di fissare un appuntamento con un nostro consulente.

Il consulente è un commerciale esperto nel Direct Response Marketing che è in grado di indirizzare il potenziale cliente verso l’acquisto del servizio più adatto alle sue esigenze.

Ovviamente non inviamo questi pacconi a chiunque abbia una partita IVA, ma selezioniamo accuratamente le aziende con cui vogliamo lavorare.

Sappiamo che non tutti possono permettersi i nostri servizi di agenzia, quindi va fatto uno screening iniziale in tal senso.

Altrimenti bruceremmo il nostro budget pubblicitario in un lampo e i nostri venditori si ritroverebbero a fare un sacco di trattative che portano solo a ricevere dei secchi no.

E non è ciò che vogliamo.

In breve questo è ciò che facciamo per quanto riguarda il Paid Advertising.

Passiamo a vedere come utilizziamo il marketing di contenuto.

Come utilizziamo il Content Marketing in Solutzione

Se ci segui sui vari canali social o sei iscritto alla nostra lista conosci per forza le Marketing Reaction e i Dr Lutz Show.

I due format a puntate con i quali educhiamo i nostri clienti e i potenziali tali.

Le Marketing Reaction sono un format di video a puntate nelle quali io e Gianmarco analizziamo le migliori e le peggiori campagne marketing che catturano la nostra attenzione.

Le abbiamo studiate con lo scopo di aiutare i copywriter e gli imprenditori che ci seguono ad allenare la loro lente da marketer, migliorando la loro conoscenza del Direct Response Marketing.

Ma non solo.

Con le Reaction cerchiamo anche di attirare l’attenzione dei responsabili dell’azienda di cui analizziamo la campagna, e magari entrarci in contatto.

E delle volte ha funzionato.

Siamo riusciti ad entrare in contatto con imprenditori che avevamo tentato di raggiungere già con altri strumenti (come il Paccone), ma che non avevano scaturito nessun effetto.

Ad esempio, la Marketing Reaction #61 sul Dr. Palmas ci ha portati prima ad una discussione divertente sul gruppo Facebook “Scrivere per Vendere”: 

post-marketing-reaction-dr-palmas

E poi a fissare un appuntamento con lui.

In altre parole, dietro le nostre Marketing Reaction c’è una campagna marketing mirata che nel frattempo educa i nostri clienti e i nostri follower.

Invece, il Dr Lutz Show, è pensato con il solo scopo di fornire strumenti e strategie di marketing a risposta diretta e aiutare imprenditori e copywriter ad implementarle.

È un format che ci permette di educare chi ci segue, di interagire con queste persone, ma anche di vendere senza vendere.

Perché durante l’episodio magari citiamo uno dei nostri libri e inseriamo il link per acquistarlo nella descrizione di YouTube.

In questo modo chi è interessato può acquistarlo e di conseguenza entra nel nostro funnel.

content-marketing-youtube-1024x576

Altre volte invece inseriamo il link per richiedere una consulenza o per richiedere maggiori informazioni su un determinato servizio di agenzia.

Dipende dal tema che trattiamo.

A volte non mettiamo nessun link.

A livello strategico lavoriamo sempre nell’ottica di postare dei contenuti adatti sia a chi fa parte già della nostra lista clienti, sia a chi ci si imbatte nei nostri contenuti per la prima volta.

In questo modo educhiamo i nostri clienti e allo stesso tempo ne acquisiamo di nuovi perché attratti dai nostri contenuti.

Oltre a questi due format di video lunghi, io posto regolarmente su LinkedIn e sul gruppo Facebook “Scrivere per Vendere” in totale autonomia.

È una cosa che mi viene spontanea e mi piace fare, perciò me ne occupo in prima persona.

Poi i miei ragazzi realizzano e pubblicano per me:

  • video brevi sui vari social;
  • caroselli e post su Instagram;
  • caroselli e post sulla pagina Facebook;

In modo che escano contenuti di continuo, su tutte le piattaforme che ritengo utili presenziare.

content-marketing-solutzione-1024x576

 

Così diamo la percezione a chi entra nel nostro mondo, sia dall’advertising che dai nostri contenuti, che siamo super attivi e che può trovare tutte le informazioni che gli servono da noi.

E questo provoca un altro effetto assai gradito.

Molto spesso capita che i nostri migliori studenti, vedendo che impazziscono a star dietro a tutti questi contenuti…

Contattano il loro tutor personale, chiedendogli quale libro, quale percorso o quale servizio possono acquistare per soddisfare le loro necessità.

Così loro trovano prima ciò che gli serve, e noi monetizziamo.

Cosa che non accadrebbe se atterrassero sui nostri canali e non trovassero pochi contenuti o nulla.

Conclusioni

In conclusione possiamo dire che per realizzare un piano marketing perfetto hai bisogno di mixare strategie di Paid Advertising a strategie di Content Marketing.

Utilizzare solo uno o solo l’altro non è la scelta ottimale.

Perché le campagne a pagamento, da sole, danneggiano la percezione del tuo Brand…

E il marketing di contenuto, da solo, ha bisogno di tempo per funzionare e non è misurabile quanto il Paid Advertising.

Perciò, il nostro piano prevede di investire nelle campagne di Paid Advertising per acquisire nel minor tempo possibile nuovi clienti…

E di utilizzare i contenuti per educarli e portarli ad acquistare i nostri prodotti e servizi di back end.

Queste due forme di marketing insieme si completano e rendono il tuo piano marketing perfetto.

Detto questo, passo la palla a te.

È tempo che tu ti metta alla prova e che applichi quanto appreso in questo articolo.

Se ti serve una mano a implementare il tutto noi siamo qua.

Puoi prenotare una consulenza strategica di mezz’ora da qui e parlare con uno dei nostri referenti per ricevere maggiori informazioni su quello che può essere il servizio più adatto a te.

Detto questo, ti invito a condividere questo articolo a chi pensi possa essere utile e a dirmi la tua con un commento.

Alla prossima,

Marco

Share:

Lascia un commento