“Ma cos’è sto Media Buying?” Ecco la definizione e perché è ESSENZIALE per i business del 2020

Seguace del mondo truffaldino, bonjour. 

 

 

Quest’oggi ti parlerò di questa “nuova” disciplina di cui ormai parliamo da diverso tempo dalle nostre parti:

 

 

Il Media Buying.

 

 

Ho scritto “nuova” tra virgolette perché il media buying è tutto fuorché una novità, anche se negli ultimi anni ha subito diverse trasformazioni…

 

 

…assumendo un ruolo molto più importante rispetto al passato nella creazione di campagne marketing efficaci.

 

 

Ma partiamo per gradi.

 

 

 

Da definizione, il media buyer è una persona che acquista degli spazi su dei media online o offline (Televisione, Radio, Giornali, Piattaforme online come Facebook e Google ecc.) per fare pubblicità a delle aziende.

 

 

 

Molto semplicistica come definizione, ma il succo è questo.

 

 

Perché lo fa?

 

 

Semplice. 

 

 

Su quei media potrebbero esserci dei potenziali clienti interessati ai prodotti/servizi di un’azienda e veicolarci il proprio marketing sopra per catturare la loro attenzione…

 

 

…permette di creare un flusso di nuovo persone a cui sottoporre le proprie offerte, in modo tale da avere nuovi clienti da monetizzare con la tua azienda.

 

 

Quello che offrono i media viene in gergo definito “Traffico”, ovvero clienti a cui puoi far vedere il tuo marketing in cambio di denaro.

 

 

(o di tempo. Se non ti è chiara questa dinamica ti invito a recuperare l’articolo “I clienti si pagano SEMPRE).

 

 

 

 

 

 

Ecco alcune delle principali fonti di traffico online

 

 

 

 

 

Non a caso le principali piattaforme pubblicitarie online (Facebook, Google, Instagram, Youtube ecc.) hanno preso il nome di “fonti di traffico” con l’avvento dell’internet marketing…

 

 

…ovvero delle sorgenti da cui puoi pescare potenziali clienti.

Non ti è chiaro? Ecco una metafora.

 

 

 

Mettiamo caso che nel Mar Tirreno ci sia una zona di pesca piena di orate, branzini, cefali e che questa zona sia controllata da un’azienda.

 

 

 

 

                                   Giusto per rendere l’idea…

 

Se vuoi pescare in quel punto per evitare di perdere tempo a vagare nel mare, devi pagare una quota su ogni pesce pescato nel loro territorio.

 

 

Poi starà a te capire come rientrare dell’investimento, vendendo il pescato ai ristoranti della zona o a delle pescherie…

 

 

…ma se farai bene i conti rientrerai con molta probabilità della spesa.

 

 

Ecco, le “fonti di traffico” fanno la stessa cosa. 

 

 

Ti danno accesso alla loro “zona di pesca” in cambio di una quota per ogni cliente che ti porti a casa.

 

 

Un modo molto più intelligente e proficuo del “cacciare” clienti a caso nel mare aperto del web.

 

 

Torneremo su questo punto a breve, prima un’altra precisazione.

 

 

 

 

Anche se attualmente sono le piattaforme pubblicitarie online a venir definite “fonti di traffico”, la realtà è che queste fonti 

ESISTONO DA SEMPRE.

 

 

 

La tecnologia le ha solo perfezionate e rese più efficienti, ma questo non significa che siano una diavoleria del 21esimo secolo.

 

 

Per renderti più cristallino il concetto:

 

 

I business attingono da sempre ad una “fonte di traffico” per avere dei clienti, fin dall’alba dei tempi.

 

 

Vuoi un esempio concreto? Pensa ai venditori porta a porta.

 

 

Tolta la loro efficacia discutibile, sono a tutti gli effetti delle fonti di traffico (nonché delle campagne di marketing con due gambe).

 

 

Nell’era ante-tecnologia erano una delle opzioni più in voga in tante aziende per acquisire nuovi clienti e a dire il vero lo sono tutt’oggi.

 

 

Molto semplicemente, invece di catturare l’attenzione con un annuncio su Facebook, un venditore la “ruba” suonando il campanello e mettendo il piede nella porta.

 

 

Dopodiché sciorina il suo pitch per portare il cliente in azienda e se riesce nell’impresa… si becca una commissione. 

 

 

Esattamente come Facebook o Google quando fai un annuncio sulle loro piattaforme. 

 

 

Ovviamente ci sono molti altri dettagli, ma credo tu abbia capito il concetto.

 

 

Ma arriviamo al punto… cosa sto cercando di farti capire? 

 

 

 

 

Se vuoi costruire un business profittevole HAI BISOGNO DI TRAFFICO (aka nuovi potenziali clienti) e per ottenerlo devi saper sfruttare le “fonti di traffico”.

 

 

 

Andiamo avanti.

 

 

Per fortuna, grazie alla manna tecnologica, nel 2020 non siamo più costretti a mettere i piedi nella porta ed esistono vie più efficienti per avere questo benedetto traffico…

 

 

…ovvero le già citate piattaforme online come Facebook, Google, Instagram, Youtube ecc.

 

 

Chiaramente non sono sempre la scelta migliore per qualsiasi business, ma ti assicuro che lo sono nella maggior parte dei casi.

 

 

(Ne parleremo più avanti quando ti mostrerò quale tipo di strategia adottare a seconda della tipologia di business)

 

 

Ed è qui che rientra in gioco il media buying, o meglio, il media buyer. 

 

 

Il suo compito è quello di acquistare spazi pubblicitari su queste piattaforme per catturare l’attenzione di potenziali clienti…

 

 

…attraverso un altro nostro amico di vecchia data, il copywriting.

 

 

Per tornare all’esempio di prima, vedilo come un venditore che mette il piede nella porta di un potenziale cliente per mostrargli cosa ha da offrire la tua azienda…

 

 

…con la differenza di sapere prima se quella persona potrebbe essere interessata a cosa hai da dirgli…

 

 

…e di poter arrivare con lo stesso messaggio a migliaia di persone nello stesso momento, per un prezzo inferiore.

 

 

 

 

Il motivo per cui è così importante capire questa disciplina o avere un media buyer che ti permetta di sfruttarla, è che senza… NON puoi avere nuovo traffico, ovvero nuovi clienti.

 

 

 

 

O meglio, puoi anche adottare vie differenti, ma sarebbe come pescare nel mar morto mentre gli altri gettano le canne in una piscina piena di orate.

(Scusa per tutti questi riferimenti al mare, dev’essere una precoce mancanza dell’estate)

 

 

 

 

Rappresentazione grafica in alta definizione dello stato attuale del marketing italiano

 

 

 

In questo momento sfruttare queste fonti di traffico è di gran lunga più profittevole di altre strategie, in particolare nel breve periodo…

 

 

…a patto di conoscere il media buying o di avere un media buyer a cui affidare le campagne.

 

 

Anche se dovresti averlo già capito:

 

 

Un media buyer è quella figura che permette alla tua campagna di marketing di essere notata dai tuoi potenziali clienti…

 

…invece di rimanere inosservata nell’oceano del web.

 

 

Io l’ho paragonato ad un venditore, ma puoi vederlo anche come un Pr di una discoteca o testimone di Geova… l’importante è che tu capisca perché è ESSENZIALE nel business del 2020.

 

 

 

NON puoi avere delle campagne marketing che NON vengono nutrite a suon di traffico da un media buyer.

 

 

 

La buona notizia è che questo è il momento giusto per capire il funzionamento di questa disciplina.

 

 

Infatti siamo in un arco temporale colmo di opportunità, sia per chi vuole sfruttare il media buying per avere nuovi clienti in maniera costante per la propria azienda…

 

 

…sia per chi vuole diventare esperto della disciplina per crearsi un nuovo mestiere ricercato sul mercato (e ben pagato).

 

 

I motivi li ho spiegati in “Petrolio Digitale”, quindi ti invito a recuperarlo se te lo fossi perso.

 

 

 

Mentre se vuoi cavalcare subito l’onda (ecco un’altra metafora marittima…)

ti invito a farti una chiacchierata con uno dei miei consulenti per iscriverti a:

 

 

TraffiCopy – il percorso che ti trasforma in un media buyer a risposta diretta

 

 

Per oggi è tutto.

 

 

 

Piccolo remind:

 

 

Se vuoi nuovi clienti, ti serve il media buying.

 

 

Forse era già chiaro, ma repetitia iuvant.

 

 

A presto,

 

 

Marco

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